北京人 Běijīng rén

Racconti di viaggi in giro per la Cina (e il mondo) di uno che è rimasto a Pechino troppo tempo…

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Sono arrivato in Bulgaria, nel viaggio via terra verso l’Italia, esattamente due anni fa: il 5 dicembre del 2011. Adesso è il 7 dicembre 2012 e sono seduto col portatile sul molo (Muelle de Cabotaje) di La Ceiba (Honduras) in attesa (ormai da alcune ore, visto che ho perso l’imbarcazione precedente per 8 minuti) del traghetto per Utila, l’isola più piccola delle Bay Islands (o Islas de la Bahia che dir si voglia).
Arrivo a Veliko Tarnovo (mia prima fermata in Bulgaria) da Istambul (o istanbul?) in treno. Prima di giungere nella cittadina suddetta il treno ferma a Stara Zagora (altra città bulgara) dove compro , con degli euro che mi sono avanzati da circa un paio d’anni prima, seppure la valuta della Bulgaria sia il lev, il mio primo panino bulgaro, tra i commenti divertiti della signora alla stazione. che per oscuri motivi trova interessOnte il fatto che io paghi in euri (a volte in effetti si ricordano cose non tanto rilevanti xD).
Arrivo a Veliko Tarnovo di sera e mi ospitano delle ragazze(tramite couchsurfing) che studiano lì ma che il giorno dopo devono tornare nella loro città di origine. Guardiamo un film (“Non ti muovere”, in italiano con sottotitoli in inglese) che avevo sul portatile, molto interessOnte e famo due chiacchiere. Il giorno dopo vado un po’ in giro per la cittadina: sustanzialmenD una cittadina tranquilla (MOLTO tranquilla) che ha un castello su una collina come sua “highlight” e qualche chiesa sparsa in giro. Chiese che hanno tutte un’aria insolita rispetto a quelle che in genere ho visto: sembrano tutte nuovissime,come se su tutte avessero dato una mano di pittura bianca molto di recente (o probabilmente sono le chiese stesse che non risalgono a molti anni fa) e soprattutto i dipinti che ci sono all’interno sembrano tutti avere colori molto accesi (quasi “lucidi”, non opachi) e danno un effetto quasi psichedelico forse dovuto al fatto che ciascuna figura (figure sacre: cristo, la madonna, e compagnia bella) sono replicate più volte una accanto all’altro: nel senso che la stessa figura è dipinta come sdoppiata decine di volte in figure identiche (si può vedere in una delle foto di questo post). Il castello dal conto sua ha una lunga strada di accesso e nel momento in cui l’ho visitatato, avvolto com’era nella nebbia, aveva un’aria abbastanza lugubre.
Per il resto strade acciottolate, viottoli, casette a uno o due piani con tetto spiovente. Una città che si potrebbe definire tranquilla, amena: senza traffico, poche macchine, poche persone per le strade, negozi che chiudono presto, eccetera.
La prossima fermata in Bulgaria è Plovdiv, dove mi ospita (ancora tramite il surf del couch xD), un tipo tedesco. Il suggett in questione abita in un palazzo alla periferia della città (ricordo che era l’ultima fermata del pullman), in un’area che sembra tipo di palazzoni popolari, un po’ dismessi. Della sua ospitalità ricordo principalmente lunghe discussioni avanti a litri e litri (letteralmente) di birra: si parla di viaggi, Cina, e un po’ di qualsiasi altra cosa. Plovdiv in se è una città di medie dimensioni, con un paio di musei interessanti (principalmente musei etno-qualcosa dove viene illustrata la vita come era un tempo nell’area, oltre ad eventi storici). C’è una parte della città dove si ha una vista interessOnte su tutta la città sottostante. Ricordo anche la visita a una specie di forte diroccato in una cittadina vicina, che secondo l’opinione del mio ospitante avrebbe dovuto essere molto interessante ma che io sinceramente trovo che sia niente di che.
Intorno al dieci dicembre arrivo a Sofia, capitale bulgara. Mi ospita un tipo del luogo (uno che ho ospitato decine e decine di persone prima di me) e che fa un qualche lavoro che ora non ricordo. Vive solo. Anche lui come l’ospitante di Plovdiv in qualche posto in periferia. Di Sofia ricordo, tra le altre cose, una delle sbronze più pesanti che abbia mai preso: una delle sere che ho passato lì, il tipo di couchsurfing mi ha portato a una festa dove ho sbevazzato da solo qualcosa tipo 3/4 di una bottiglia di vodka. La gente dove mi aveva portato il tipo sembrava interessante, divertente, o forse la mia sbronza epocale era tale da farmeli sembrare in quel modo. Comunque il giorno dopo non ricordavo molto delle fasi della festa successive alle prime due ore: buchi di memoria intervallati da immagini che ometterò per decenza (nonostante “l’imbarazzo in fondo è un residuato dell’ideologia borghese” :D). Sofia è già incredibilmente fredda la sera (non freddissima in realtà, intorno agli zero gradi, ma comunque non una temperatura molto inebriante, diciamo).
Belle, enormi chiese, che hanno la particolarità di essere illuminate da candele vere (invece che elettriche) che danno un’atmosfera affascinante; qualche residuo del comunismo e dei tempi che furono quà e là, tipo un monumento agli eroi del comunismo, qualche parco e grande piazza, un’idea di un interessante intreccio tra oriente e occidente.
Dopo Sofia si parte per Skopje, Macedonia.

Viaggio Cina-Italia via terra: TURCHIA

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Viaggio Cina-Italia via terra: IRAQ (Kurdistan)

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In Iraq ci sono stato ormai esattamente 2 anni fa (grossomodo) ma ne scrivo solo ora…meglio tardi che Zia Amalia oserei dire…

Dopo un travagliato arrivo in Iraq dall’Iran e aver grossomodo dormito mi sveglio a Erbil dove a parte una piazza più o meno piacevole con tante fontane(che si può vedere nella foto qui sopra) non c’è molto.
A sì, la cosiddetta cittadella (seconda,terza, quarta e sesta foto qui sopra) che pare sia stata abitata da 8000 anni fino a tempi molto recenti ma che poi è stata dichiarata monumento nazionale ed è sotto restauro: al momento ci vive una sola famiglia allo scopo di preservare lo status di “abitata-ininterrottamente-da-ottomila-anni”. Fascinating.
Altra cosa abbastanza insolita è che a Erbil vendono dei numeri di telefono (che espongono per strada sui muri o nei negozi di telefonia come si può vedere in un paio di foto qui sopra): sembra che in Iraq (e precisamente in Kurdistan) avere un numero di telefono piuttosto di un altro sia una faccenda piuttosto seria.
Poi dopo un paio di giorni mi dirigo a Sulaymaniyah : sulla strada per le diverse città del Kurdistan mi fermano almeno 2-3 volte a dei check-in per controllarmi il passaporto.Sulaymaniyah sembra una città in rapido cambiamento: stanno sorgendo centri commerciali e nuove costruzioni un po’ ovunque. Degno di nota a Sulaymaniyah è il museo Amna Suraka (curdo per:” Red Intelligence Museum “) che in precedenza era il quartier generale e una prigione sotto il regime di Saddam Hussein e, ovviamente, un posto di feroce repressione della popolazione kurda; i muri dell’edificio sono completamente ricoperti dai fori delle pallottole lasciati durante l’assalto e la “liberazione” dell’edificio seguiti al crollo del regime di Saddam nel Kurdistan iraqeno. Ci sono ricreate le stanze degli interrogatori e le posizioni che le persone potevano assumere nelle celle dove coperte ed altre suppellettili sono state lasciate ancora nella posizione originaria che avevano al momento dell’assalto e liberazione dell’Amna Suraka; ci sono anche dei carrarmati di marca sovietica. E degli ambienti con le pareti e i soffitti completamente ricoperti di tante, piccole lucine, dove ognuna rappresenta una vittima kurda della repressione di Saddam Hussein. E’ una visita molto interessante e sono fortunato a trovare il posto aperto visto che è un giorno festivo e pare l’abbiano aperto solo perchè un gruppo di italiani aveva in qualche modo programmato la visita e io arrivo proprio nel momento in cui anche questo gruppo di persone arriva. Cosa insolita a Sulaymaniyah, visto che è comunque una cittadina non chissà quanto grande, è che ho l’impressione che ci siano pizzerie con nomi italiani un po’ ovunque(come si può vedere nella decima foto qui sopra in questo post: Pizzeria Lavo , interessOnte).
Poi mi reco a Dohuk : non mi pare ci fosse molto a parte un ristorante che quando ordini un kebab ti porta una porzione enorme di roba (olive, pasta, insalate, salse) come si può vedere nell’ultima foto in questo post.

Dall’Iraq passo il confine con la Turchia e mi dirigo a Gaziantep, città turca a qualche ora dal confine.

Viaggio Cina-Italia via terra: passaggio del confine tra IRAN e IRAQ

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La sera del 7 novembre 2011 parto da Teheran (Iran) diretto in Iraq e per l’esattezza nel kurdistan iracheno , che è l’unica zona dell’Iraq alla quale gli stranieri possono accedere.
Per questa zona dell’Iraq, il Kurdistan, gli stranieri possono ricevere un visto (timbro sul passaporto) al confine e stare per 10 giorni (estendibili).
La serata a Teheran il 7 novembre è fresca(esticazzi) e io mi preparo ad una nottata in pullman, diretto a Urmia (chiamata anche Urumiyeh), nel nord dell’Iran: il pullman giunge a destino alle 5 di mattina, ho un sonno pazzesco e le lenti a contatto con le quali ho dormito per svariate ore nel pullman sono quasi un tutt’uno con gli occhi: ho la vista offuscata quando arrivo a Urmia e soprattutto, con mia enorme sorpresa….nevica! E io ho un freddo pazzesco…..la temperatura quando sono partito da Teheran era intorno ai 15 gradi dio ca’ , mi si sta quasi congelando la punta della brioche.
Comunque, da Urmia prendo un altro pullman per Piranshar, 130 chilometri, circa 2 ore di viaggio.
Una volta arrivato a Piranshar, ho bisogno di fare altre 10Km per arrivare al confine Iran-Iraq e mi era stato detto(letto su qualche forum su Internet) che non ci fossero mezzi di trasporto fino al confine e così decido di prendere un taxi, non senza togliermi dalla testa che sto per prendermi una inculata pazzesca (prezzo assurdo del taxi): fortuna vuole che mentre sono nel taxi per andare al confine cominci a nevicare copiosamente, la strada è ostruita.. e il cristo autista di taxi(senza catene) ritorna da dove era partito e io mi prendo un pullman per la decina di chilometri rimanente, che pago un decimo del costo del taxi e col quale finalmente giungo al confine: a questo punto credo di essere arrivato ma è quì che inizia il calvario….4 ore di attesa (2 al confine iraniano e altre 2 all’arrivo in Iraq)!! In particolare, all’arrivo in Iraq, al punto di confine di Haji Homaran, è un delirio senza eguali, dato dal fatto che ci sono centinaia di persone in attesa di entrare in Iraq e non c’è nessun ordine: tutti che spingono e si ammassano per arrivare prima al gabbiotto dove sarà esaminato il proprio passaporto; ma io, temprato da anni di vita in Cina, e avvezzo a questo tipo di situazioni da folla scomposta e maleducata penso: tzè! dilettanti! e riesco a farmi timbrare il passaporto non perdendo più ore del necessario (ehm). Arrivato finalmente in Iraq, prendo un pullman che mi porta ad Erbil, capitale della regione del Kurdistan iracheno. Arrivo, ma mi accorgo che nessuna delle mie (due) carte sembra funzionare per prelevare nei bancomat di Erbil….ed essendo arrivato in un paese di lingua araba, inizio a bestemmiare tutti i santi in arabo (mi pare logico, no?). Poi, avendo letto (mi pare) sul sito della mia carta di credito cinese un indirizzo dove dovrebbe esserci un bancomat funzionante, decido di prendere un taxi che mi porti a tale indirizzo…il tassista non conosce il posto e quindi mi porta a un centro commerciale (tale majid mall ) intanto il buio è calato, ormai è notte e io sono sfinito da 24 ore di viaggio. Comunque, mi accompagna a tale centro commerciale, vado ai bancomat (4 bancomat) e provo la carta cinese(Unionpay): primo bancomat….non funziona…secondo bancomat….non funziona..terzo bancomat…non funziona…..quarto bancomat..non funziona ….inizio a sudare freddo e intanto decido di provare con la carta Visa sulla quale però non ho molto….al terzo bancomat finalmente la cazzo di carta Visa mi fa ritirare….era un bancocazz della Bank of Baghdad….sia loRdata la banca di baghdad e la Visa…..la notte la passerò in un hotel a caso dove mi porta il tassista…..una stanza con quattro letti (quattro!) che devo pagare tutta (mi dicono che è l’unica disponibile!). Esco, mi vado a fare il kebab di rito e il kebabbaro dopo aver chiesto di dove sono e aver appreso che sono Italiano comincia con le esclamazioni di rito: “Italy”, “Del Piero!” , “Juventus!”, “Ac Milan!”.
Welcome to Iraq, bitch…. ..and (finally) goodnight…zzzzzzzzz…..

Viaggio Cina-Italia via terra, IRAN: Kashan

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Sono passati ormai due anni pieni da quando partii per il viaggio dalla Cina all’Italia via terra (settembre 2011) e adesso è venuto il momento di lasciare di nuovo la Cina. Questa volta per un viaggio dal Messico all’Ecuador (e possibilmente oltre :D). Tempo di fare le valige, e dire addio (ancora una volta) alla signora Cina, dove sono stato per un altro anno e mezzo(da Aprile 2012).
Nel post precedente parlavo di Teheran…ma mi ero dimenticato di essere stato (a Novembre 2011 ormai!) anche a Kashan!
Di Kashan ricordo che arrivai dopo un breve tragitto in pullman da Isfahan…e che l’hotel dove avevo intenzione di stare era ormai chiuso e dismesso (come si può vedere dalla prima foto in questo post), ma non mi sono perso d’animo e appena girato l’angolo ho trovato un altro alberghetto, proprio accanto all’entrata di un enorme bazar che vendeva le solite decine di spezie diverse, tè e tanto tanto altro(seconda foto di questo post)….e poi…i i Fin Garden, o Bagh-e Fin in persiano….le ultime 2 foto di questo post valgono più di mille parole 😉

Per altre mie foto di Kashan (e di Isfahan):
https://picasaweb.google.com/110690272846847369745/IRANIsfahanKashan#

Viaggio Cina-Italia via terra, IRAN: Teheran

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Oggi è il 30 giugno 2013 e, tanto per cambiare sono a Pechino: c’è la solita cappa estiva di caldo corredata da inquinamento di almeno 5 volte sopra il limite oltre il quale diventa rischioso per la salute. Il tutto è corredato dal fatto che da svariati giorni (facciamo una settimana?) il sole è stato totalmente oscurato da un misto di nebbia densa e caligine ed è un incubo in cui si è immersi per almeno 15-20 giorni al mese (e la metereopatia non c’entra un cazzo, questo è proprio lo schifo): vivere per giorni al (semi-)buio penso che non piaccia a nessuno e a me personalmente deprime.
Il 4 novembre 2011, 1 anno e 8 mesi fa, passavo per Teheran, mia ultima tappa in Iran del viaggio Cina-Italia via terra: a Teheran mi ospita Fatemeh (tramite couchsurfing), una ragazza che abita nella zona universitaria di Teheran, nella parte nord della città. Io arrivo alla stazione degli autobus di Teheran, nel sud della metropoli iraniana da Kashan, città a circa 2 ore e mezza di autobus.
Poi, in metropolitana arrivo al luogo dell’appuntamento: la stazione della metro di Valiasr, vicino al Teatr-e Shahr (un teatro). Fatemeh è una tipa molto vitale e alla mano e mi colpisce il fatto (visto quello che si dice o si tende a pensare all’estero dell’Iran) che una ragazza sola ospiti in casa un esponente del sesso opposto (ossia me medesimo :P); lei studia francese all’università e si sta per laureare: mi spiega che appena ha finito con l’università si vuole trasferire all’estero e che ne ha piene le palle del governo iraniano e delle sue restrizioni: per esempio l’obbligo di portare il velo(una pezza che copre solo i capelli) in luoghi pubblici per le donne iraniane (lei se ne sbatte e infatti butta il velo da qualche parte appena entra in casa). Dormo a terra ai piedi del suo letto su un materasso da campeggio+saccoappelo.
Il giorno dopo usciamo insieme per andare al bazar (veramente ENORME!) di Teheran, poi a pranzo e infine a bere un tè seduti fuori la moschea principale di Teheran. Poi io da solo vado a visitare il palazzo Golestan (http://en.wikipedia.org/wiki/Golestan_Palace) che è quello nella quarta, quinta e sesta foto: fascinating….
Il giorno dopo ho modo di vedere da fuori l’ambasciata americana che è stata occupata e poi chiusa dopo la rivoluzione iraniana degli anni ’70 (ho anche modo di vedere un interessOntissimo museo dei gioielli( http://italian.irib.ir/radioculture/gallerie/gallerie-immagini/item/82251-teheran/museo-nazionale-dei-gioielli-guarda-immagini ).
La sera andiamo a comprare da mangiare con Fatemeh (ultima foto) che cucina per me un piatto tipico iraniano (di cui ora non ricordo il nome).
Poi….dopo 2-3 giorni lascio Teheran e passo il confine Iran-Iraq(kurdistan).

Altre mie foto di Teheran:


https://picasaweb.google.com/110690272846847369745/IRANTeheran

Viaggio Cina-Italia via terra, IRAN: Isfahan








Dopo tanto Couchsurfing e altrettanti alberghetti da 4 soldi, a Isfahan dormo in un ostello, un posto per backpackers insomma. Ora è il 17 febbraio 2013 (e sono a Pechino) ed essendo passati 1 anno e 3 mesi(e mezzo) da quando sono passato per Isfahan la memoria vacilla: per farla breve non ricordo un cazzo (o quasi).
Ricordo che c’era una piazza enorme nel centro cittadino: Imam Square, superata in grandezza solo da piazza Tiananmen a Pechino; con una differenza essenziale: Tiananmen è una mattonaia, un enorme distesa di mattoni insignificante, mentre questa piazza dell’Imam (che un tempo era adibita al gioco del polo) è un posto piacevole, pieno di fontane enormi (come si può vedere dalla seconda foto di questo post), prati, alberi e fiori.
Sulla piazza, circondata da un porticato a più archi veramente superbo, si affacciano splendidi monumenti, costruiti nel primo Seicento, come la Moschea dell’Imam, la Moschea dello sceicco Lotfollah e il palazzo di Ali Qapu.
L’altra grande cosa da vedere a Isfahan è la Jameh Mosque (in italiano “Moschea del Venerdì”): ogni città iraniana ha la sua “moschea del venerdì”, e questa è la moschea principale di Isfahan.Come si può vedere dalla settima foto di questo post la moschea è davvero spettacolare, imponente. Una delle cose che ricordo e che mi ha colpito di più di questa moschea è il fatto che era completamente deserta: in giro per gli altri posti del medio-oriente (a parte il venerdì) le moschee erano abbastanza vuote, ma quì a parte un paio di persone non c’è veramente NESSUNO. C’è un silenzio e una tranquillità rotta solo dal rumore delle ali degli uccelli che la sorvolano a ritmi regolari, in stormi, forse diretti in posti più caldi visto l’arrivo imminente dell’inverno.
Sulla strada del ritorno dalla Moschea Jameh noto:
1. cantiere ENORME, a cielo aperto, per la costruzione della metropolitana: uno scavo profondo e larghissimo e tutto contornato da cartelli gialli con scritte del tipo “is not Allah the supreme judge on the day of judgement?”
2. posto dove ci sono tante galline nelle gabbie che snarnazzano e dal quale esce un tipo in bicicletta con delle uova (come si può vedere dall’ultima foto di questo post).

Isfahan (anche pronunciata Esfahan): VERY NIIIIICE 🙂

Altre mie foto di Isfahan (e Kashan, due ore a nord di Isfahan, una città famosa per i suoi giardini), a questo link:
https://picasaweb.google.com/110690272846847369745/IRANIsfahanKashan