北京人 Běijīng rén

Racconti di viaggi in giro per la Cina (e il mondo) di uno che è rimasto a Pechino troppo tempo…

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Si va a Tengchong 腾冲 !

Il 5 febbraio 2018, viene l’ora di dirigersi verso Tengchong. “Colazione dei campioni” stamattina, con dei fantastici jiaozi(ravioli al vapore cinesi) conditi con aceto e peperoncino piccante e comprati in questo bugigattolo:

Ristorantino 早点,che vende nooodles, jiaozi e altra roba da prima colazione affianco alla stazione degli autobus di Yunlong (in Cina, nella provincia dello Yunnan).

È venuto il momento di lasciare Nuodeng e così dopo una scorpacciata dei suddetti ravioli accompagnati da un buona bevanda energetica pezzotta cinese simil-Red Bull , che altro non è che la mitologica Ice Bull (冰牛 in cinese), questa:

Una buona Ice Bull è proprio quello che ci vuole per iniziare bene la giornata.

Salto sul pullman per Tengchong e mi metto tranquillo per le prossime 5-6 ore che sono quelle che mi separano dalla mia meta. Tengchong è ‘quasi’ letteralmente un posto di frontiera, situato nell’angolo sud-occidentale della regione più a sud della Cina (lo Yunnan, appunto), non troppo lontano dalla Birmania (o Myanmar che dir si voglia) ed è ‘circondata da 20 vulcani e numerose sorgenti termali…‘(come mi ricorda la Lonely Planet). Mancano ormai pochi giorni, una settimana circa, al capodanno cinese e di conseguenza ci sono bancarelle che vendono addobbi e fuochi d’artificio ovunque.

Delle bancarelle a Tengchong che vendono abbobbi per il capodanno lunare cinese.

Comunque, giunto a destinazione, poso armi e bagagli in ostello e decido di andare a dare uno sguardo a una delle sue attrazioni più celebri, il famoso ‘mare di calore’ (热海 in cinese) che altro non è che una vallata con sorgenti termali, geyser e ruscelli: una delle sorgenti si dice raggiunga la temperatura di 102 gradi Celsius (?), anche se a leggere altrove pare siano ‘solo’ 97 gradi, ed è l’unica dove alla gente che visita il posto è consentito bollire le uova, che vendono in cestini di vimini, mentre in altre zone della vallata è esplicitamente vietato (da appositi cartelli) la cottura di uova; perchè poi uno debba mettersi a bollire delle uova nei pressi di una sorgente in ebollizione in luogo pubblico, è questione che sfugge ad ogni umana comprensione.

Cartelli che scoraggiano la cottura di uova.
La vallata del ‘Mare di Calore’, coi suoi abbondanti vapori.
Una delle sorgenti del 热海(
Rè hǎi ), il ‘Mare di calore’.
La vallata del
热海(
Rè hǎi ) al crepuscolo.
La suddetta sorgente che, sfidando le leggi della fisica, ha (sembra) acqua alla temperatura di 102 gradi Celsius (almeno stando alla Lonely Planet).
È conosciuta (in inglese) come la ‘Big Boiling Pot’.
“Una sorgente a 102 gradi Celsius…215 gradi Fahrenheit!” semicit.
Chi non vorrebbe farsi un buon uovo sodo ?

Ma la cosa interessante oltre alla suddetta vallata piena di ruscelli e fonti termali è il fatto che l’ingresso al ‘parco’ comprende anche l’accesso a tutta una serie di sorgenti (al coperto) dove, previa doccia, ci si può immergere e sguazzare allegramente(portatevi il costume!): ogni sorgente ha una temperatura diversa e a quanto pare ciascuna di queste sorgenti ha i suoi elementi curativi che ne compongono le acque e si va da elementi (naturalmente contenuti nelle piscine/vasche dove viene raccolta l’acqua delle sorgenti) quali zolfo, potassio, ecc ad altre sostanze come caffè, alcohol e tè verde che ovviamente sono stati aggiunti artificialmente (c’è la ‘vasca tè’, la ‘vasca alcohol’, ecc..), il tutto organizzato in una atmosfera da resort di lusso comprensiva di inservienti pronti a mettersi al servizio. Quando decido di recarmi a mettere le chiappe a mollo, facendo il tour delle ‘sorgenti curative’, il sole e’ ormai calato e fuori ormai la temperatura è scesa(siamo a febbraio) e immerso nel calduccio delle acque calde delle sorgenti si sta una pasqua. Il prezzo di accesso alla vallata + sorgenti curative è sui 300 yuan cinesi. Comunque è una bellissima e piacevole esperienza. Dopo quelle 2-3 immerso nei bollori termali e nei fumi della bollente Tengchong mi sento in effetti ‘curato’ e in forma ma (c’è un ‘ma’) scopro che essendo ormai le 10:30 di sera non ci sono più pullman che mi portano a casa, ma forte del mio vigore appena acquisito nelle magiche acque dello Yunnan, faccio di necessità virtù e percorro a piedi la lunga strada verso casa.

Non ci sono più pullman…mi toccano 9km a piedi! (qua ero quasi arrivato). La strada dal Re Hai al centro di Tengchong alle 10 di sera è pressochè deserta come si può vedere da questa mia foto.

Il giorno dopo visito Heshun, a meno di una decina di Km da Tengchong(dove alloggio), un villaggio preservato in modo da sembrare com’era centinaia di anni fa, anche se ormai è ridotto, come spesso accade in Cina, a una baldracca tenuta su solo per fare soldi, piena com’è di trappole per turisti disseminate su tutto il suo territorio e con un biglietto di ingresso di ben 80 yuan (10 euro) per accedere ad un borgo (un posto pubblico) che dovrebbe essere di tutti. Comunque è piacevole passeggiare nelle sue stradine lastricate di pietra comprando snack venduti a bordo strada dagli abitanti del luogo.

Campagna al limitare di Heshun (nella provincia cinese dello Yunnan) a febbraio 2018.
Gente intenta a farsi i cazzi suoi a Heshun (nella provincia cinese dello Yunnan) a febbraio.
Roba da magna’ in vendita a bordo strada ad Heshun.
Vicoletto ad Heshun.
La fantasmagorica Heshun.
Mi so’ magnato letteralmente chili di sti cosi a Heshun, comprati da gente a bordo strada. E non so manco che roba è. PERO’ SO BONI!!!
Foto bonus: piazza nel centro di Tengchong, con bandiera rossa comunista.

 

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