北京人 Běijīng rén

Racconti di viaggi in giro per la Cina (e il mondo) di uno che è rimasto a Pechino troppo tempo…

Hey there! Thanks for dropping by Theme Preview! Take a look around
and grab the RSS feed to stay updated. See you around!

Mawlamyine (anche detta Moulmain) in Birmania

L’esterno dalla Breeze Guesthouse a Mawlamyine (perdonate la pessima foto).

Gli eventi descritti in questo post si sono svolti a marzo 2020 ma sono stati pubblicati solo il 30 aprile 2024 a causa della mia innata pigrizia, detta anche pucundria.

Capitale della Birmania britannica per una trentina d’anni nel diciannovesimo secolo, Mawlamyine non sembra essere cambiata proprio tantissssssimo da allora e ne è un esempio la pensione/hotel dove alloggio, la mitica Breeze Guesthouse che pago 10000 kyat per una notte (poco più di 6 euro): questo edificio coloniale che ha decisamente visto tempi migliori ha in bella vista all’esterno una sorta di enorme generatore di elettricità che immagino serva a stabilizzare o compensare il fluire dell’energia elettrica che probabilmente in molte aree della città non è propriamente ottimale(in seguito ne vedrò ancora parecchi di questi mammut elettrici fuori dagli edifici del Myanmar). Varcata la soglia di questa pensioncina/ostello/hotel c’è un burbero ma apparentemente bonario personaggio affiancato dal suo degno compare ad aspettarmi alla reception: qui mi viene fornita una penna e compilo (strettamente a mano, di computer non c’è traccia) un registro con i miei dati personali, dopodiché uno dei due personaggi da fumetto mi accompagna nella mia stanza: ora, io certamente non sono schizzinoso ma se c’è una cosa che non sopporto sono gli stimoli esterni (luce, rumore, caldo) quando dormo e questa stanza (che in realtà non è altro che uno spazio di pavimento ricavato nel corridoio) non ha una finestra che dà verso l’esterno ma solo un lucernario nella parte alta della parete che affaccia sul corridoio e questo comporta che sia rumorosa; poi le luci nel corridoio vengono accese spesso e volentieri e questo fa sì che ci sia sempre luce quando si dorme e nonostante la temperatura esterna sia di più di 30 gradi non c’è l’aria condizionata ma solo un enorme ventilatore che a causa della stanza minuscola agita le sue pale praticamente sul letto e quindi deve essere tenuto al minimo, ma così fa caldo. Ma comunque questo posto dalle lenzuola consumate dal tempo, con i suoi corridoi, le sue stanze e i suoi bagni antiquati veramente trasmette la sensazione del tempo che è passato tra queste mura, della gente che l’ha abitato nel corso degli ultimi decenni, degli eventi che l’hanno attraversato, un certo non-so-che,quel jenesaisquoi che gli dona personalità. Quindi mi sistemo in questa stanza-bugigattolo, conto quella che sembra una montagna di soldi in valuta locale (ma in realtà sono du’ spicci e)…il giorno dopo cambio hotel! Perché avrà pure la personalità e il jenesaisquoi, ma si dorme una chiavica!

È metà marzo e il covid-19 è ormai esploso in Europa e da un paio di giorni anche in Thailandia e in altri paesi asiatici e quando, una volta lasciati i bagagli, inizio a girare per le affollate bancarelle di cibo del lungofiume, respiro un po’ un aria irreale: tutto procede normalmente quando ormai in tutto il mondo la gente è chiusa in casa, sono giorni di grande tensione ma in Birmania nessuno sembra accorgersene. Quindi mi faccio ‘na trentina di spiedini e un paio di birre e qualche ora dopo vado a dormire.

C’è un sacco di roba da magna’ sul lungofiume di Mawlamyine.

Il giorno dopo vado a dormire (per i restanti 2-3 giorni) al Cinderella Hotel che pago meno di una ventina di euro ed è una figata: un altro mondo rispetto alla “fantastica” Breeze Guesthouse, in cui di brezza(‘Breeze’) in realtà non se ne vede manco l’ombra. È domenica e ho tutta la giornata per vedere un-sacco-di-cose-interessOnti!

Metto piede fuori dall’hotel e per la prima volta vedo la città alla luce del sole e quello che colpisce a colpo d’occhio è la mancanza quasi totale di quelle grandi insegne colorate di grandi multinazionali che pullulano nelle città grandi e piccole di tutto il mondo.

Una strada al centro di Mawlamyine.

Ma bando alle ciance: appena muovo pochi passi vengo fermato da un motorino e mi metto d’accordo per pochi kyat per recarmi al Win Sein Taw Ya.

Volevo scrivere tante altre cose ma poi mi sono scocciato…comunque quelle sotto sono foto dell’area del Win Sein Taw Ya (il più grande Buddha reclinato del mondo): la quarta foto è l’interno del Buddha (ed è solo una delle scene…è enorme anche dentro)!

Potrai trovare tanti altri viaggi estremamente INTERESSSSSOOOONTI a questo link: https://www.beijingren.biz/page/2/

 

Puoi lasciare un commento, o un insulto se ti fa più piacere.

One Response to “Mawlamyine (anche detta Moulmain) in Birmania”

Lascia un commento