北京人 Běijīng rén

Racconti di viaggi in giro per la Cina (e il mondo) di uno che è rimasto a Pechino troppo tempo…

Hey there! Thanks for dropping by Theme Preview! Take a look around
and grab the RSS feed to stay updated. See you around!

Viaggio Cina-Italia via terra. Jiayuguan, Dunhuang, Hami, Turpan, Kashgar.

great wall jiayuguan

dunhuang oasis

turpan

between Turpan and Urumqi

wool seller in Kashgar

Dopo Yinchuan ho visitato (nell’arco di circa due settimane e mezzo): Jiayuguan, Dunhuang, Hami, Turpan, Urumqi e Kashgar.

Jiayuguan
Piccola cittadina cinese(130.000 abitanti) nella provincia del Gansu. Quello che ricordo attorno al mio hotel: un paio di enormi internet point (decine e decine di computer ognuno, come del resto in tutti gli internet point in Cina) e una strada con bancarelle che vendono cibo ai lati della strada. Atmosfera rillassata, da città di provincia. Il giorno dopo il mio arrivo visito la principale attrazione della città: la grande muraglia, il tratto più occidentale della grande muraglia Cinese (i tratti più orientali sono alla periferia di Pechino) che consiste in un forte con annessa una parte di muraglia appositamente restaurata ad uso dei turisti che la visiteranno. Al contrario di altri tratti della Grande Muraglia che ho visitato la parte in cui è possibile l’accesso a Jiayuguan ha un aria abbastanza falsa, tutta perfettamente restaurata e senza una singola pietra fuori posto: sembra quasi finta. Cmq è pur sempre la muraglia e fa la sua bella figura scenografica in foto. Da Jiayuguan finalmente rispedisco via posta a Pechino un libro che avevo preso in prestito da un servizio di “book exchange” la primavera precedente.

Dunhuang
Dunhuang (cittadina del Gansu) è famosa per le “Grotte Di Mogao” che si trovano nella sua periferia: si tratta di un sistema di 492 templi scavati nella roccia, in una rupe lunga 1600 metri. Le suddette grotte(risalenti al quarto secolo dopo cristo) sono state depredate all’inizio del ventesimo secolo da varie spedizioni di archeologi tra cui spicca Aureil Stein che si dice abbia comprato (dall’autoproclamatosi custode delle grotte) un gran numero di manoscritti (custoditi nelle grotte) di valore inestimabile ad un prezzo irrisorio: ora questi manoscritti (tra cui Il “Sutra del Diamante” dell’868, il più antico testo a stampa del mondo) sono custodite al british museum.
Comunque…c’è da dire che l’ ‘industria turistica cinese è qualcosa che non risparmia veramente niente è nessuno: le grotte di Mogao sono una macchina da soldi inimmaginabile: io ci arrivo a metà settembre e ci sono frotte di turisti che pagano 15-20 euro l’uno per l’accesso a quello che comunque è uno dei maggiori tesori dell’umanità. Enormi statue del Buddha, tra cui una enorme di un Buddha dormiente (non è possibile fare foto all’interno delle grotte), e dipinti risalenti a 1700 anni fa.
Altre attrazioni di Dunhuang: un oasi nel deserto (lago più parte verde) nel bel mezzo di un enorme distesa di sabbia dove vanno a zonzo centinaia di cammelli a uso dei turisti.
Nella parte centrale di Dunhuang ci sono tanti isolati con tanti piccoli ristorantini “collegati” tra di loro che vendono ognuno una diversa specialità. Io mangio (tra gli altri) anche in uno che ha degli spiedini di agnello arrosto giganti che hanno un sapore che definire paradisiaco è dir poco e che accompagnato da abbondanti porzioni di pane “nan” (http://en.wikipedia.org/wiki/Naan) sono una sorta di orgasmo per il palato.

Hami
Hami è la prima città del Xinjiang (la regione più a ovest della Cina e che significa “nuova frontiera”) in cui arrivo. Non c’è sostanzialmente niente di interessante e l’unico motivo per cui mi ci fermo è perchè da il nome alla parola cinese usata per i meloni (i meloni gialli che in genere si mangiano col prosciutto) che in cinese si chiamano appunto “HAMIgua” e si dice che siano i più dolci di tutta la Cina. Ad Hami alloggio in un albergo di “quasi-lusso” per 15 euro a notte (incredible) che sorge giusto affianco alla “Power Police”(che da quello che posso capire dalla scritta in cinese è proprio la “polizia dell’energia elettrica”…mha) e compro da un furgoncino un melone per l’appunto….altrimenti che ci venivo a fa’ ad Hami se non compravo un HAMIgua ? 😛

Turpan
Turpan è una città del Xinjiang che sorge in un oasi fertile nel deserto. Si dice che in estate sia una vera e propria fornace con temperature intorno ai 40 gradi. Quando ci arrivo io è fortunatamente la seconda metà di settembre e c’è un clima piacevole. Turpan è famosa per un sistema di canali di irrigazione detti karez (o Qanat) costituito da una serie di pozzi orizzontali collegati ai canali sotterranei e che hanno costituito una soluzione geniale per irrigare una regione altrimenti arida. Turpan è anche famosa per l’uva. La cosidetta “grape valley” (appena fuori città) che è appunto la depressione dove sorgono i vigneti e dove per accedere a guardare strade lastricate con vigneti che si estendono al di sopra si paga un biglietto di 5-6 euro. Le suddette strade lastricate con piante d’uva per soffitto ci sono anche al centro della città di Turpan. Interessanti anche delle grotte, nel mezzo di montagne brulle e deserte, dai colori di un giallo reso forte da un sole accecante e che un tempo erano tempi buddisti: al giorno d’oggi è ancora possibile vedere alcuni dipinti. A Turpan ho per la prima volta l’impressione di essere uscito dalla Cina propriamente detta e di essere “da qualche altra parte”: la popolazione è a maggioranza uigura, e si percepisce un atmosfera diversa: il bazar è proprio di fronte al mio albergo, la cui stanza da su un muro che si tocca con la mano affacciandosi (fascinating)… ehmmm…

Urumqi
E’ la capitale del Xinjiang. E’ l’unico posto in Xinjiang dove cinesi Han e gli uiguri(l’etnia locale del Xinjiang) sembrano “comunicare” , vivere fianco a fianco, essere in qualche modo (o almeno in alcuni contesti) mescolati gli uni agli altri. Urumqi è una delle città più lontane dal mare del mondo (mi pare circa 3000Km) e ha alcuni minareti e moschee interessanti. A Urumqi incontro Kalila: una ragazzina diciannovenne cinese che mi porta a mangiare in un ristorante italiano di cui un suo amico di Malta è il proprietario e che poi uscirà a bere e far festa con noi dopo cena. Kalila ha tanti amici uiguri molto divertOnti con cui si passa una divertente serata di pppaaarty molto alcolico in giro per i bar, i club e le strade di Urumqi. Sulla via del ritorno verso l’albergo dalla suddetta serata noto un negozio di massaggi che in effetti dall’esterno sembra un po’ insolito essendoci delle luci rosse abbastanza soffuse e delle ragazze (4-5) che ballano…ma sentendomi la schiena a pezzi decido di entrarci…il resto è un altra storia. L’albergo a cui faccio ritorno è estremamente economico e il balcone dove sono appesi i panni ad asciugare fuori la mia stanza non ha esattamente una aria di lusso (per essere buoni) ma costa poco ed è abbastanza.
prossima tappa: Kashgar.

Kashgar
E’ finalmente mattina. Sono in treno già da parecchie ore e me ne attendono ancora molte prima di arrivare a Kashgar(Kashgar è qui: http://g.co/maps/uvfe7). E’ fine settembre, fa caldo e io sono sdraiato nella cuccetta del treno in compagnia di una signora uigura (gli uiguri sono un etnia turcofona islamica che vive del nord-ovest della Cina e precisamente nel Xinjiang che è la regione dove mi trovo) che ha un aria abbastanza sguaiata col suo continuo allargare le gambe e mostrare a tratti quello che si cela sotto la sua gonna: che non è decisamente un bello spettacolo vista la sua età. Oltre a lei c’è una ragazza cinese abbastanza anonima che chiacchiera con la signora e qualcun altro che forse ora dimentico. Ho passato tutto il pomeriggio e la notte precedente nella suddetta cuccetta senza quasi allontanarmene se non per andare al cesso. Essendo straniero, essendo “laowai” ( http://en.wikipedia.org/wiki/Laowai ) posso starmene in silenzio per cazzi miei a leggere il mio Crime di Irvine Welsh senza che nessuno mi dia a parlare o che mi intrattenga in inutili conversazioni per passare il tempo, dato che nessuno sospetta che io parli cinese o comunque non sembrano interessati alla cosa. Ma ad un tratto arriva da un altra carrozza un ragazzo uiguro che inizia a parlarmi e la mia quiete è finita: la gente non riesce mai a farsi i cazzi suoi e il tipo in questione quello che mi dice è che parlando con qualcun altro stava appunto dicendo”ooh poverino, giusto come l’altro ragazzo occidentale nell’altra carrozza che non capisce niente di quello che si dice attorno a lui”…questo mi scogliona. Comunque do un po’ a parlare al suddetto babbeo che mi dice cose tipo che “vorrebbe viaggiare ma se già per uno con un normale passaporto cinese è difficile, per lui che appartiene alla minoranza uigura è ancora peggio”, che è “stupito che i ragazzi uiguri con cui stavo i giorni precedenti bevessero alcohol” (essendo musulmani) eccetera..comunque il tempo passa…..il babbeo mi da qualche suo contatto….e il treno finalmente arriva a Kashgar dopo 25 ore dalla partenza. Un taxi mi accompagna nella città antica di Kashgar, dove, zaino in spalla, vado alla ricerca del mio ostello. Beh, Kashgar nonostante sia stata stuprata dal governo dei cinesi han (gli “han” sono l’etnia più numerosa in Cina) ha un aria sicuramente diversa rispetto alle altre città cinesi tutte anonime e uguali a se stesse. Mi aggiro per un po’ nella parte antica della città….e dopo poco, stanco e accaldato, insieme al mio fedele zaino in spalla, individuo il mio ostello che è giusto nel cuore della città ed ha un aria piuttosto spartana ma molto rilassata ed amichevole. La ragazza alla reception mi ricorda una mia amica di Pechino che, al contrario di quanto avviene di solito, nonostante io sia straniero, avendo io cominciato a parlarle in cinese, mi risponde anche lei in cinese e non in inglese. L’ostello è molto animato e consiste sostanzialmente di un cortile attorno al quale ci sono 2 grandi stanze con tanti letti a castello. Il cortile è circondato da portici sotto ai quali la gente che sta nell’ostello è seduta “all’indiana” su grandi cuscini sistemati intorno a tavoli bassi sistemati su due lati del cortile. Parecchia gente viene o si dirige in medio oriente o va verso l’india e altre mete: è comunque un posto di passaggio, un posto da dove la gente cotinuerà a viaggiare verso altre mete. Esco dall’ostello per andare un po’ in giro: la città pur avendo ancora una sua personalità e un suo carattere sembra comunque ferita dalle “modernizzazioni”, dalle standardizzazioni operate dal governo centrale cinese in una città e in una regione che non hanno niente a che vedere con il resto della Cina: questa è una regione musulmana e il resto della Cina è sostanzialmente un paese ateo, qui si parla uiguro che è una lingua di derivazione turca e si scrive con caratteri arabi (non cinesi)…cosa c’entra col resto della Cina ? Questa città (come del resto il resto del Xinjiang e il Tibet) è stata completamente snaturata da un azione di aggressione e colonizzazione perpretata dai cinesi han che stanno trasformando questa affascinante cittadina sulla via della seta nella solita anonima e informe città cinese come ce ne sono a decine. Basta guardare la piazza principale della città antica dove c’è la moschea principale: tutta rifatta, perfettamente ordinata, con tutti i mattoni perfettamente al loro posto, con un enorme maxischermo al centro della piazza dove un paio di persone tra lo stupito e l’inebetito osservano le immagini che scorrono.
Ma nonostante ciò, senz’altro qualcosa di Kashgar resiste ancora: per le vie della città antica noto venditori di banconote da collezione, negozi di strumenti musicali tradizionali, frutta venduta direttamente dai tricicli/mezzi di trasporto/motozappa , carne, venditori di lana e soprattutto tante case tradizionali che ancora danno al centro antico di Kashgar una sua incantevole atmosfera. E la sera, giusto di fronte alla piazza principale della città, c’è un enorme concentrazione di bancherelle e mangiatoie mobili di ogni tipo che vendono ogni tipo di cibo: spaghetti, zuppe, spiedini di carne e altro, roba arrosto, roba bollita, roba fritta…..una distesa enorme. Per il resto comunque l’impressione che si ha è quella di non trovarsi in Cina: prima di tutto quasi nessuno della gente “comune” parla cinese o comunque parlano solo poche parole e poi comunque si percepisce chiaramente che la gente ha un codice di comportamento totalmente diverso dalla Cina “vera” (perdonatemi il termine) nella quale ho vissuto nei 2-3 anni precedenti. Ma la cosa che forse mi stupisce di più (e alla quale forse non ero “preparato”) è l’aria estremamente disinvolta delle donne uigure che io avevo immaginato che in quanto musulmane fossero perennemente coperte e estremamente pudiche: invece vanno in giro a cosce aperte con gonne, leggins e pantacollant sui motorini/biciclette elettriche e hanno la stessa postura un po’ ovunque senza farsi nessun tipo di problema. Questo fatto accompagnato al fatto della percezione diversa del comportamento della gente(una stronzata forse significativa: “quando compri cibo per strada in Xinjiang ti fanno prima sedere e mangiare e alla fine paghi; nel resto della Cina in genere è il contrario”) e al fatto che io parli cinese mandarino meglio della gente per strada pur trovandomi di fatto ancora in Cina mi spiazza un po’.
Comunque a parte la città antica che ha senz’altro il suo fascino ed ancora resiste, il resto è stato ridotto al solito informe ed ordinato agglomerato di strade larghe e squadrate: compresa la piazza principale della parte moderna della città con un enorme statua di Mao su cui è appeso uno striscione celebrativo in vista dell’imminente sessantaduesimo anniversario della Repubblica Popolare Cinese. Sto un paio di giorni a Kashgar, il terzo prendo l’autobus per il Pakistan (il villaggio in cui arriverò in Pakistan si chiama Sost ed è proprio sul confine tra Cina e Pakistan).

per vedere altre MIE foto di Jiayuguan, Dunhuang, Hami, Turpan, Kashgar andate a questo sito:
https://picasaweb.google.com/110690272846847369745/ChinaSeptember2011DatongYinchuanJiayuguanDunhuangHamiTurpanUrumqiKashgar

o cliccate qua

 

Puoi lasciare un commento, o un insulto se ti fa più piacere.

One Response to “Viaggio Cina-Italia via terra. Jiayuguan, Dunhuang, Hami, Turpan, Kashgar.”

  1. […] su Google); i qanat già li avevo visti in Cina, nella provincia del Xinjiang, a Turpan (qui: http://www.beijingren.biz/?p=191 ). Yazd è anche il principale centro iraniane dello religione zoroastriana: visito il tempio […]

Lascia un commento