北京人 Běijīng rén

Racconti di viaggi in giro per la Cina (e il mondo) di uno che è rimasto a Pechino troppo tempo…

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Viaggio Cina – Italia via terra: Kerman, Iran

NAPULITAN'





Oggi è il 4 novembre 2012, è passato circa un anno da quando sono passato da Kerman (Iran).
Sono a Pechino, fuori dalla finestra nevica, la temperatura è intorno agli zero gradi (tra i 17 e i 20 in casa).

L’inverno sta veramente arrivando, ma la temperatura esterna scenderà di altri 10 gradi entro un mese e allora sì che la stagione morta potrà dirsi tra noi. Affrontare un altro inverno a Pechino, con temperature perennemente sotto lo zero anche di parecchi gradi, non mi entusiasma molto in effetti ma al momento non vedo altre soluzioni e l’ignavia (condita da un po’ di accidia) fa si che resti (probabilmente) per un altro inverno a Pechino (alleluja).

Un anno fa (intorno al 20 ottobre 2011) ero a Kerman (IRAN). Ero arrivato a Kerman di sera tardi. Il pullman sul quale ho viaggiato, un pullman turistico nuovissimo, coi sedili ancora incellophanati e con le solite hostess che portano snack e bevande gratuite durante il tragitto, ha attraversato il deserto tra Zahedan e Kerman, chilometri e chilometri di sabbia…e finamente, verso le 10-11 di sera è giunto a destinazione. L’autista e l’assistente insistono per farmi scendere dal pullman vicino ad un hotel che conoscono loro, ma dopo miei reiterati rifiuti, capiscono che si devono squagliare dai coglioni.
Allora scendo da qualche parte e prendo un taxi per un hotel economico preso dalla mia Lonely Planet(che si chiama Omid Inn) in una zona centrale della città, ma una volta arrivato vedo che l’hotel ha insegne solo in farsi (niente inglese o caratteri latini) ed è in una zona diversa da dove dovrei andare. Allora esco dalla stradina dove sono e nella piazza principale prendo un taxi che mi chiede 30000 rial (3000 toman* ) per portarmi nella stessa stradina dove ero arrivato prima (30 metri più in là!!), ma che figlio di puttana. Ovviamente lo rido in faccia e mi rifiuto di pagarlo. Gli faccio vedere che sulla Lonely Planet che ho io (del 2009 mi pare) l’hotel dovrebbe essere da un altra parte e di portarmi a quell’indirizzo: il soggetto in questione continua a dirmi cose a me incomprensibili in una lingua e me ignota. Mi porta all’indirizzo della lonely planet e continua a dire (o ad urlare): “Karàb! ….Karàb…. Karàb!!” …quello che io vedo fuori dal finestrino è un muro con una specie di cancello sbarrato (dietro al quale forse c’è un cantiere). Comunque a quanto pare lì l’hotel non ci sta e io dico “compa’ vafancul’, scendo qua…” (e faccio per scendere) ma quello insiste per riportarmi dove ero prima (all’hotel dove ero arrivato in precedenza, con l’insegna senza caratteri in inglese): arrivato qua prendo lo zaino e non gli do’ un cazzo di soldi (o forse solo 10000 rial, 60 centesimi di euro) ma quello mi segue fino alla reception dell’hotel e continua a farmi capire che vuole 30000 rial (o forse addirittura 50000, non ricordo). Io faccio finta di niente, prendo le chiavi della mia camera e lascio il tassinaro imbroglione là. si fottesse huahahahah….poi ho scoperto che karàb significa “distrutto”, ehmmmm fascinating… 😀
L’hotel costa 150000 rial(circa 9-10 euro) per una stanza doppia (stanza a due letti).
Per maggiori informazioni sugli Hotel (economici) o ostelli in Iran, vedere questo mio post qui:
http://www.lonelyplanet.com/thorntree/thread.jspa?threadID=2127520
Il giorno dopo vado in giro per Kerman…c’era un bel bazàr, coperto, con arcate in pietra: in parte chiuso da ambo i lati, in parte con un colonnato aperto su un grande cortile: c’era un parte del bazàr in cui vendevano un po’ di tutto e un altra parte dove gli oggetti in vendita erano divisi per genere: c’era ad esempio la parte del rame dove tra le altre cose c’erano enormi pentoloni di questo materiale….e attraversando il cortile che si apriva in un punto del bazar c’era un bel Hammàm (un bagno turco, l’Hammam e Ganjali khan) del 1600 che ora è solo un monumento: tante vasche di varie dimensioni, arcate, archi, gradini,tappeti posti dove sedersi a chiacchierare…doveva essere stato un posto al quanto piacevole e rilassante. Nell’hammam c’è anche quella che nella traduzione inglese è chiamata timestone (“pietra del tempo”) ed è una porta che invece dello spazio dove entrare ha una grande pietra dalla quale filtra il sole e grazie alla quale è possibile sapere grosso modo che ora della giornata è: oggigiorno è piuttosto opaca, non è più come un tempo. In un altra parte del cortile dove sta l’Hammam(il bagno turco) c’è un piccola moschea, carina, dall’aria accogliente. Nel pomeriggio vado a vedere una grande moschea, la più grande della città: la moschea Jame con le sue bellissime pareti decorate a tonalità di blù e bianco e quella particolare conformazione degli archi delle porte che mi ricordano un nido d’ape (e di cui però mi sfugge il nome tecnico). Sarei voluto andare al Sanati Museum Of Contemporary Art e al museo della guerra tra Iran e Iraq ma sono entrambi chiusi. Peccato….un museo di arte moderna in Iran sarebbe stato alquanto interessante.
Il giorno dopo prendo un pullman direzione Shiraz 570km attraverso un deserto di sabbia e sterpaglia.

*toman , piccola nota: la valuta ufficiale dell’Iran è il rial ma la gente quando parla dei prezzi si esprime sempre in tomàn che è 10 volte in meno del rial : per esempio diecimila rial , sono mille tomàn . Ma le banconote sono esattamente le stesse (e il valore sulle banconote ovviamente è in rial), però la gente le chiama tomàn e ci toglie uno zero. Perchè ? bho.

Mie foto di Kerman, qui:
https://picasaweb.google.com/110690272846847369745/IRANZahedanKerman

 

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